Cura così il mal d’orecchio
Capita, soprattutto d’inverno, di avvertire dolore agli orecchi: gli sbalzi termici della stagione fredda, infatti, favoriscono le infezioni. Ma vietato temporeggiare, perchè il mal d’orecchio (otalgia in termini medici) richiede cure specialistiche, le più tempestive possibili, per capirne l’origine e, di conseguenza, intraprendere il percorso terapeutico corretto, evitando così complicazioni anche serie, come la perforazione del timpano.
Cura così il mal d’orecchio. Nell’attesa della diagnosi, meglio non azzardare automedicazioni che possono complicare la situazione o acuire il dolore. Qualche esempio? «In letteratura sono riportati casi di perforazioni del timpano conseguenti all’uso improprio di candelette di cera per liberare l’orecchio tappato», afferma il dottor Enrico Brenna, otorinolaringoiatra a Como.
Altrettanto nociva è l’instillazione in autonomia di farmaci in gocce, magari utilizzati in passato. «Oltre a essere molto probabilmente inadeguati perché manca la diagnosi medica, l’utilizzo di questi medicamenti può ulteriormente danneggiare il quadro clinico, oltre a causare un forte e istantaneo dolore appena instillati», avverte ancora il dottor Brenna. «Succede, ad esempio, se l’orecchio fa male perché la membrana del timpano è fissurata o lesionata, situazione piuttosto comune ad alcune infezioni virali o batteriche».
Se hai mal d’orecchio, vai subito dall’otorino per una diagnosi corretta.
Escluse altre cause che possono provocare dolore all’orecchio, come il bruxismo (tendenza a digrignare i denti durante la notte), una carie, oppure delle tonsilliti, in questa stagione è frequente l’otite media, che coinvolge la piccola cavità che si trova oltre il timpano: qui confluisce la tromba di Eustachio, un canale che mette in comunicazione l’orecchio con il naso e che può consentire il passaggio di agenti patogeni responsabili delle infiammazioni delle prime vie aeree. «È più frequente nei bambini, ma non esclude gli adulti, e quasi sempre l’otite media è la conseguenza di un’influenza o di un banale raffreddore: l’infiammazione s’irradia e colpisce l’orecchio medio, causando edema e la conseguente chiusura parziale o totale della tromba di Eustachio», precisa il dottor Brenna.
I sintomi più evidenti. In genere l’otite media si riconosce perché provoca senso di ovattamento e dolore intenso e pulsante, che non tende ad attutirsi quando si deglutisce o si soffia il naso. Spesso si accompagna a una riduzione dell’udito, talvolta a malessere, febbre, nausea e vomito. A volte, la scomparsa del dolore coincide con l’uscita di liquido dal condotto uditivo, simile a pus. Anche se non soffrire più può sembrare una liberazione, non sempre è detto che l’otite sia risolta. «Questa evoluzione, se non trattata, può provocare la perforazione del timpano», ammonisce Brenna.
Le cure. «Se l’esame otoscopico, usato di routine, rivela un’infiammazione importante dell’orecchio medio si prescrivono farmaci antinfiammatori, antibiotici e spray nasali decongestionanti, cortisonici e vasocostrittori, che aiutano a ripristinare il corretto funzionamento della tromba d’Eustachio», spiega l’esperto. L’assunzione di antibiotici è di norma prescritta anche ai bambini di età inferiore ai tre anni, che sono più a rischio di una diffusione dell’infezione batterica poiché le suture ossee dell’orecchio non si sono ancora saldate.
Consigli di prevenzione ed errori da evitare
Ci sono comportamenti virtuosi e abitudini sbagliate che possono tenere lontano o, al contrario, favorire il mal d’orecchi.
SÌ
Lavaggi nasali. «Con soluzioni a base di acqua termale, ma per periodi limitati, o con acque isotoniche/ipertoniche (senza limitazioni temporali), sempre secondo le indicazioni dello specialista, aiutano a rimuovere le secrezioni nasali durante i raffreddori e per questo sono una terapia preventiva valida, soprattutto in inverno, in caso di otite media ricorrente», dice Brenna.
Paraorecchi o, in alternativa, cappelli o sciarpe che coprano anche le orecchie: indossarli è un buon sistema per proteggersi dal freddo, ma soprattutto dagli shock termici, più deleteri perché favoriscono le infezioni. «Anche le cartilagini dell’orecchio, le parti esposte all’esterno, possono reagire con dolore alle temperature rigide e agli sbalzi termici tra ambienti indoor e outdoor, perché sono ricoperte da una pelle fisiologicamente sottile e molto sensibile», chiarisce Brenna.
Garzine di cotone: raccomandate per proteggere il condotto uditivo da sostanze dannose o irritanti, come le tinture per capelli, vanno appoggiate solo sull’orecchio esterno.
NO
Fare sport in zone trafficate. Lo smog è vettore di agenti irritanti che possono congestionare il naso e di conseguenza le trombe di Eustachio. Per limitare i danni da inquinamento urbano, la regola numero uno è evitare d’iperventilare, per esempio facendo sport o semplicemente andando in bicicletta o a piedi a ritmo sostenuto, nelle zone molto trafficate. Per lo stesso motivo è bene evitare il fumo di sigaretta.
Bastoncini di cotone. «Sono permessi solo per pulire le parti esterne dell’orecchio», avverte Brenna. «Se infilati nel condotto uditivo, invece, possono favorire la compressione di un eventuale tappo di cerume già presente e provocare piccole ferite o abrasioni della sottile cute, favorendo così l’ingresso dei germi», dice Brenna. Analogamente, bisogna evitare di grattarsi con dita o altri oggetti in caso di prurito.
Tappi. Durante le nuotate in piscina o al mare per chi è ora in vacanza in paesi esotici, meglio evitarli perché, con lo stesso meccanismo dei bastoncini di cotone, possono lesionare la pelle e favorire la proliferazione di germi. Le stesse indicazioni valgono per i tappi usati per proteggersi dai rumori durante il sonno.
Disclaimer
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. E’ sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di uno specialista.