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Sciogli la mente e i muscoli con la bioenergetica e le altre psicoterapie corporee

Sciogli la mente e i muscoli con la bioenergetica e le altre psicoterapie corporee

esercizi psicoterapie bionergetica

A volte ti senti come una trottola impazzita, completamente assorbita dal bisogno di fare ed incapace di prenderti la benchè minima pausa, sebbene la stanchezza ti tagli le gambe? Alla sera, sforzati di fermarti, anche mentalmente, facendoti abbracciare con forza dal tuo lui, oppure accucciandoti tra i cuscini del letto o sopra un divano.

Una sorta di bon ton interiore ti induce spesso a contare fino a dieci – e anche più – per impedirti di rispondere a dovere ad un’ingiustizia ricevuta, salvo poi rigirarti tutta la notte nel letto, in preda all’insonnia più feroce? Prendi il cuscino e percuotilo con tutta l’energia che riesci ad esternare e intanto grida qualsiasi frase che esprima rabbia, tipo “Va al diavolo”; “Ti odio”. Fallo ogni giorno questo esercizio: ti aiuterà, pian piano, a non reprimerti. E faciliterà il tuo lasciarti andare a profondi, profondissimi e rigeneranti sonni.

Non sono i pazzi suggerimenti di un personal trainer psicologo improvvisato (o viceversa), ma  alcuni dei tanti metodi utilizzati dalle psicoterapie corporee che, insieme all’analisi psicologica del carattere, ricorrono anche e soprattutto ad esercizi fisici, tecniche respiratorie, posizioni e contatti corporei (massaggi più o meno profondi inclusi) per sollevare da quei piccoli o grandi disagi che nascono dalla tendenza a reprimere, a frustrare emozioni e stati d’animo. E che aiutano a ritrovare così sia il piacere, sia la profonda gioia di  vivere.

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Per star bene, l’energia di corpo e mente deve essere “circolare”. 

Dunque, le  psicoterapie corporee, che hanno il loro padre storico in Wilhelm Reich, neuropsichiatria austriaco allievo di Freud, si focalizzano non solo sul problema psicologico, ma anche sulla sua espressione fisica, sui blocchi energetici, sui meccanismi difensivi che moltissime persone, come te, possono sviluppare sia a livello fisico, sia psicoemotivo.  Si differenziano dagli altri percorsi psicoterapeutici non solo per l’uso diretto del corpo in terapia, ma anche perché considerano l’organismo in un’ottica olistica, cioè come un tutto che non è divisibile tra mente e corpo. In noi, infatti, non esiste una struttura di tipo piramidale, con una mente che controlla tutto dall’alto, ma di tipo “circolare”, nella quale tutti i vari piani psicocorporei contribuiscono alla pari nella complessa organizzazione dell’organismo e al suo benessere. Secondo queste teorie, la razionalità, i ricordi, le emozioni, ma anche le posture che assumiamo e i movimenti, dai più semplici ai più complessi,  che compiamo e pure l’attività degli organi interni (cioè di cuore, cervello, apparato digerente per esempio) sono tutte energie, emozioni, attività organiche e mentali che lavorano alla perfezione, perché sono profondamente integrate e connesse tra di loro, sin nella primissima infanzia. Ma se, come spesso accade, l’ambiente non aiuta il bambino a colmare adeguatamente tutte le sue esigenze fondamentali, alcune di queste energie ed attività psicofisiche possono pian piano affievolirsi, fino a sclerotizzarsi e a “scollarsi” dalle altre energie e funzioni. È come se l’anello – o più anelli – di una catena si rompessero e si spezzasse così l’unità originaria corpo-mente, cioè la piena attività e cooperazione tra le varie funzioni ed energie. Risultato: non si avverte più quel senso di completezza e di piena soddisfazione, probabilmente provato solo in tenerissima età.

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Quelle emozioni contrastanti  che creano profonde fratture tra mente e corpo.

Come già sicuramente saprai, il carattere, il temperamento, le modalità di vivere emozioni e sentimenti, si formano nei primi anni di vita. Ma è proprio in questo periodo che il bambino può iniziare a vivere emozioni e sentimenti contrastanti, capaci di provocare delle fratture tra mente e corpo: per esempio, può sentirsi poco amato, magari perché i genitori, troppo indaffarati o poco inclini ai contatti fisici, non lo abbracciano o accarezzano a sufficienza. In molti casi, questo atteggiamento può indurre il piccolo a reprimere i sentimenti, almeno a parole e nei gesti. Lo potrà rendere reticente al contatto con gli altri e farà nascere in lui il sospetto di non meritare amore. Il bambino piccolo, per esempio, tocca il corpo di un altro bambino o di un adulto senza giudicare se questo suo gesto è fatto bene o male. Lo fa spontaneamente, senza porsi troppi interrogativi. Ma se, a lungo andare, lui stesso riceve poco contatto fisico, oppure un contatto fisico sfuggente, povero di carica emotiva, inizierà a preoccuparsi di come debba essere un tocco e a giudicare troppo criticamente anche il suo modo di accarezzare, di abbracciare e, dunque, di manifestare affetto e amore. Con il passare degli anni, dunque, in lui si radicheranno le insicurezze, si svilupperà una progressiva incapacità di sentire le proprie sensazioni e, quindi, anche le sensazioni trasmesse dagli altri, in una sorta di anestesia sensoriale ed emotiva che impedisce anche di sentirsi a proprio agio in se stessi e nei rapporti interpersonali.

Altre volte, invece, il bambino può sentirsi intimorito da genitori troppo autoritari, che tendono a richiudere in un circuito chiuso la sua sana dose di aggressività e, dunque, la sua forza.   Reprimere la reazione non significa, però, impedire che sorgano sofferenza, rabbia, nervosismo: tutte energie che, non potendo essere esternate, si scaricano, o meglio si accumulano nel corpo. Così, crescendo il bambino imparerà ad utilizzare i suoi muscoli ed i suoi organi come una barriera, una corazza che  ha il compito sia di difenderlo, sia di farsi carico delle frustrazioni ed emozioni negative vissute. È con queste modalità che si diventa estranei a se stessi, l’organismo non è più una fonte di piacere e benessere e che possono iniziare a far capolino prima, e a radicarsi poi, problemi come  dolori cronici, emicranie, ansia, tachicardie. È così che si può iniziare a soffrire di malattie psicosomatiche.

“Buttar fuori” le tensioni che provocano disturbi e malattie.

Ripristinare  le esperienze fondamentali del Sé – per esempio, poter finalmente allentare le difese e provar piacere dal lasciarsi andare -. Correggere alcune inclinazioni caratteriali che inducono a dipendere eccessivamente dall’esterno (e, dunque, a soffrire d’ansia, per esempio): sono alcuni dei risultati che si possono ottenere con le psicoterapie corporee. Risultati che, in genere, si possono riscontrare già dopo le prime sedute, ma che, a seconda dei casi, possono richiedere tempi di lavoro più o meno lunghi (da uno a più anni). Tra le psicoterapie corporee più diffuse c’è la Bioenergetica.  Probabilmente ne avrai già sentito parlare, perché è la più conosciuta tra le psicoterapia corporee. Elaborata negli anni ’60 da  Alexander Lowen, discepolo di Reich, la bioenergetica ritiene che ogni emozione si trasferisca sulla corazza muscolare provocando, spesso, dei blocchi nella circolazione delle energie, emotive e sessuali.

Secondo la bioenergetica, che ha individuato cinque tipologie caratteriali fondamentali (schizoide, orale, masochista, psicopatico e rigido), nell’organismo ci sono sette punti, sette “blocchi”, in cui l’energia ristagna più facilmente. Per esempio, se hai la tendenza a soffocare l’ira ed il pianto probabilmente le tue energie sono bloccate a livello cervicale; se, invece, sono ingorgate nell’addome, avrai la tendenza a trattenere le emozioni più profonde. Un bacino contratto e rigido, invece, può essere l’espressione di energie sessuali ristagnanti e, conseguentemente, bloccate.

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Gli strumenti principali. Nella bioenergetica tutte le tecniche adottate durante la seduta sono personalizzate. I massaggi, per esempio, sono focalizzati sulle tipologie energetiche e caratteriali predominanti. Qualche esempio? Per la tipologia rigida,  che si riconosce tra l’altro dalla struttura fisica equilibrata ma rigida, come “corazzata”, le pressioni sono controllate, caratterizzate da stiramenti, dondolii e scuotimenti ritmici. Per la tipologia orale-dipendente, che ha bisogno di contatto e calore e che si contraddistingue per l’allungamento e la magrezza degli arti, il massaggio deve essere particolarmente avvolgente e deve insistere a lungo sugli arti.

Esercizi tipo.

Punti focali della bioenergetica sono gli esercizi, volti ad “allenare” le emozioni e a liberare le energie sessuali. Ecco alcuni tra i più semplici. da leggere: Esercizi bioenergetici. Per vincere lo stress e rigenerarsi, di U. Sollmann, Astrolabio (14 €).

  1. Grounding. In posizione eretta, piedi distanziati circa 20 cm, punte dei piedi rivolte verso l’interno. Piega leggermente le ginocchia e fletti il busto fino a toccare con la punta delle dita il pavimento. Lascia che il peso del corpo gravi sui piedi e la testa sia libera di rilassarsi. Respira a fondo con la bocca aperta, spingi il peso del corpo in avanti sulle punte delle dita, quindi stendi le ginocchia fino ad avvertire una tensione muscolare. Mantieni la posizione per un minuto circa.
  2. Vibrazione delle gambe. Distesa sul dorso, solleva le gambe in modo che formino un angolo di circa 90 gradi con il busto. Tieni le ginocchia leggermente flesse e i piedi a martello. Fai vibrare le gambe per 2 minuti, spingendo i talloni verso l’alto.
  3. Oscillazione del bacino. Posizione eretta, con i piedi alla larghezza delle spalle e le ginocchia leggermente piegate. Con le spalle rilassate, oscilla il bacino indietro, appoggiando il peso del corpo sulla parte anteriore dei piedi. Inspirando ed espirando, oscilla il bacino in avanti “svuotando” la pancia. Ripeti 2-3 volte.

Disclaimer  

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il  parere del medico e del terapeuta. E’ sempre bene affidarsi ai   consigli del proprio medico curante o di uno specialista.

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