Non credere all’asino che vola. Che fine ha fatto il nostro senso critico?

Sapete che alcune persone possono parlare con gli animali? Oppure che sono stati ritrovati i resti di un uomo alto più di 3 metri? Basta che notizie come queste siano scritte su un giornale o raccontate da amici che automaticamente riteniamo siano vere. Nessun dubbio. Nessuna perplessità.
Eppure, spesso si rivelano nient’altro che leggende metropolitane, “bufale” divulgate solo per ricavarne un interesse. Ma la momento, in assenza di prove che confermino o smentiscano, tendiamo a fidarci senza porci tante domande. A fronte, poi, come spesso succede, di prendere un abbaglio o, a volte, essere addirittura ingannati.
Com’è difficile dubitare…
Ma perchè con tanta facilità ci fidiamo di notizie false? Perchè facciamo sempre meno ricorso al nostro senso critico? La risposta sta nei meccanismi del nostro cervello che spontaneamente preferiscono la via più facile del “fidarsi” rispetto a quella più ostica del “dubitare” e quindi dell’approfondire.
Se lo dicono tutti… sarà vero
Negli ultimi anni la scienza ha studiano le ragioni psicologiche che inducono a credere “senza se e senza ma” alle notizie. Alla base di questa propensione, ci sarebbe anche un motivo di tipo evolutivo. Il nostro cervello se riconosce “autorevole” la fonte che fornisce l’informazione, preferisce concedere fiducia piuttosto che elaborare un dubbio. Se poi all’autorevolezza della fonte si aggiunge anche il fatto che in tanti ci credono è fatta: la nostra mente considera il fatto vero. Per la sopravvivenza è fondamentale la rapidità di decisione, ovvero affermare, in base a un indizio, se ciò che ascoltiamo o apprendiamo è vero o falso. E se tutto concorre a rendere un’affermazione apparentemente “vera”, è più facile per il cervello decidere.
Quanto contano la paura e la suggestione
Le bufale, le leggende metropolitane e le notizie “fasulle”, dovendo far leva proprio su questa tendenza naturale alla credulità, vengono tra l’altro costruite ad arte.
Esistono vere e proprie tecniche di persuasione che hanno l’obiettivo di stimolare un senso di soggezione. Se a un’affermazione si aggiungono prove, nomi di medici e scienziati, dati statistici o testimonianze di persone, in chi ascolta aumenta automaticamente il senso di soggezione e inadeguatezza, così che alla fine tenderà a dire: “siccome non ne so niente, sarà sicuramente vero”. In più, se si aggiunge una velata minaccia o una prospettiva terrorizzante, nessuno avrà più il coraggio di dubitare.
Non è questione di debolezza
Ma quindi siamo tutti tendenzialmente creduloni? Non sarà piuttosto che solo in alcuni periodi si tende ad abbassare la soglia della razionalità quando si è più stanchi, in ansia o deboli?
In realtà la credulità non è legata al livello di istruzione della persona e dipende solo in parte dal suo stato emotivo. E’ naturale che quanto si è più fragili e tristi si abbassi ancora di più la soglia critica. Ma a giocare il ruolo principale nei meccanismi di credulità sono le tecniche sopraffine di persuasione con cui sono costruite informazioni, credenze, teorie. Ma attenzione: non bisogna confondere la credulità con il plagio. In quel caso effettivamente la persona attraversa uno stato di debolezza emotiva che viene sfruttata in senso manipolatorio.
Sviluppare uno spirito critico
Davanti all’enorme quantità di notizie, input, dati di affermazioni che arrivano alle nostre orecchie ogni giorno, come si può dubitare di tutto o approfondire in maniera critica ciascuna informazione ricevuta?
Non è necessario andare a documentarsi per ogni affermazione che ascoltiamo. Sviluppare maggiore senso critico significa semplicemente fidarsi di più della propria intelligenza. Coltivare quella minima dose di scetticismo che permetta di serbare un dubbio davanti alle notizie che anche il proprio buon senso riconosce come dubbie. Se il buon senso suggerisce “c’è qualcosa di strano” oppure “mi sembra impossibile” non bisogna temere di assecondarlo. Domandare chiarimenti o affermare “non mi convince è legittimo e sacrosanto.
Fiducia sì ma in se stessi
L’ostato più grande quando si cerca di essere più critici e obiettivi davanti alle informazioni è il condizionamento provocato dagli altri. Se tutti concordano, come si fa ad obiettare? Se anche si ha il sospetto di essere ingannati, ci si guarda bene dall’esternarlo pensando che gli altri ne sappiano sempre più di noi.
Per riuscire a sottrarsi al fiume di notizie false e “interessate” che ci bombardano occorre inevitabilmente un po’ di coraggio. Non significa essere sempre su posizioni di critica, ma fidarsi della propria intelligenza affermando il proprio dubbio. Magari qualcuno smentirà, ma almeno non si è creduto a qualcosa a priori. Ecco, di due cose c’è bisogno per riscoprire il proprio senso critico: coraggio e fiducia in se stessi.
Consigli pratici per essere più scettici
Ecco alcuni spunti per elaborare le informazione e le affermazioni che ascoltiamo con maggiore criticità, per evitare di rimanere delusi per aver creduto ingenuamente a storie false e ingannevoli.
Sìì onesto. Se qualcosa non ti convince, afferma senza vergogna quello che pensi. Se non si ha quest’onestà nei confronti della propria intelligenza, si lascerà che argomenti “suggestivi” continuino ad avere presa.
Dichiara le obiezioni che ti vengono in mente anche se ci sono molte persone che sostengono il contrario. Prenderai la tua decisione solo dopo aver valutato bene l’argomento.
Ascolta le notizie ricordando che non sono verità assoluta ma interpretazione di fatti.
Non fidarti delle promesse troppo allettanti: spesso nascondono interessi privati.
Disclaimer
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. E’ sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di uno specialista.