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Lo zodiaco nascosto nel Cenacolo di Leonardo

Lo zodiaco nascosto nel Cenacolo di Leonardo

Nell’anno delle celebrazioni leonardiane, ti presentiamo l’Ultima Cena nata dal Genio di Leonardo in una nuova chiave di lettura, che ne rivela la costruzione secondo un preciso ordine astrologico e numerologico.  (per approfondimenti: https://www.facebook.com/CentroStudiAstrologiciDikte/).

Le conferme di storici dell’arte ed esperti orientalisti.
«E’ assai più che una ipotesi suggestiva e attendibile: Berdini ha potuto dimostrare che La cena di Leonardo è ideata e costruita secondo un preciso ordine Astrologico e Numerologico. Cristo al centro è il Sole, ciascun discepolo corrisponde ad un segno zodiacale di cui incarna le proprietà. Lo stesso ambiente architettonico è definito secondo computate misure aritmetiche». Il critico d’arte e politico Giulio Carlo Argan ha così avallato il libro ricerca “Magia e Astrologia del Cenacolo di Leonardo” (Editalia, 1982) di Franco Berdini, pittore e scultore italiano scomparso nel 2011, che riporta alla luce l’influsso determinante della concezione Cosmologica, Astrologica ed Esoterica di Leonardo nella composizione dell’Affresco di Santa Maria delle Grazie. Dal canto suo, secondo l’Orientalista Mario Bussagli: «Il linguaggio astrologico, quello numerologico, la stessa scienza detta fisiognomica, fornivano agevolmente (ma sempre al prezzo di un duro lavoro di anni e di una ricerca affannosa che lascia tracce in scritti e testimonianze) il modo di stabilire un’inequivocabile corrispondenza fra l’episodio storico dell’ Ultima Cena e le armonie celesti che la sbalzavano su un piano cosmico dominato dalla divinità”. Come io sia giunto a vedere al di là dell’iper-studiato affresco, il tessuto magico, astrologico e fisiognomico creato da Leonardo per trasferire sul piano cosmico l’episodio dell’Ultima Cena, deriva dal vigile studio sui manoscritti leonardeschi. Questa mia ipotesi di studio iconologico inizia infatti richiamandosi al foglio 157r del Codice Windsor Anatomy che dice: “Adunque qui, con dodici figure intere, ti sarà mostra la Cosmografia del mino mondo, col medesimo ordine che innanzi a me fu fatto da Tolomeo, nella sua Cosmografia e così dividerò in membra, come lui divise in Provincie”. Leonardo, consapevole del valore di Tolomeo come astrologo e matematico, ritiene i suoi scritti modelli di scienza e cerca di imitarli. In “Anatomia venarum” scrive il Vinci: “Qui si farà l’albero delle vene in generale, siccome fa Tolomeo in l’Universale della sua Cosmografia, poi si farà le vene di ciascun membro in particolare per diversi aspetti».
Le affinità elettive tra l’Ultima cena di Leonardo e lo zodiaco.
Nel celebre affresco, Leonardo riproduce la cosmografia del mondo in 12 figure, in analogia a Claudio Tolomeo, il celebre astronomo, matematico, geografo fisico e cronologo (per approfondimenti: http://www.treccani.it/enciclopedia/claudio-tolomeo_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/), che nel descrivere il cielo lo aveva diviso in 12 province. Il contrappunto degli apostoli attorno al Cristo è la proiezione pittorica di una concezione del mondo simbolizzata nei 12 segni zodiacali, nei 7 pianeti, nei 4 elementi (fuoco, terra, aria, acqua) e nella suddivisione dei segni in Cardinali, Fissi e Mobili. Leonardo, seguendo il Platonismo, vede il mondo terrestre e quello celeste legati da uno scambio costante di forze che va oltre le semplici corrispondenze, attraverso i raggi o le influenze emanate dalle stelle. Nel Codice Trivulziano, la raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci, comprendente 51 carte databili tra il 1478 e il 1493, (foglio 36v.) si legge: “il corpo nostro è sottoposto al cielo e lo cielo è sottoposto allo spirito”. Dal canto suo, Ficino, luminare dell’ Accademia Platonica fiorentina, in un passo del De Vita Triplici scrive: “Così tutte le cose e gli viventi del mondo sono, ognuno al suo modo particolare, saturi delle qualità delle stelle, nelle quali la forza vitale dell’universo si concentra come quella di un uomo si concentra nei suoi occhi”. Per giustificarsi, Leonardo rispose che “la testa di Cristo non voleva più cercarla in terra”. Ciò evidenzia che non solo con il volto di Cristo, ma anche con quello dei 12 apostoli, il Genio Da Vinci era impegnato in una ricerca dalla complessa tipologia fisiognomica, legata ai diversi archetipi planetari e zodiacali.

Foto tratta dal libro “Magia e Astrologia del Cenacolo di Leonardo” (Editalia, 1982) di Franco Berdini

Come va ammirato il Cenacolo in chiave astrologica.
Agli occhi dello spettatore la suddivisione dei segni-personaggi appare da destra a sinistra, come nella lettura dello Zodiaco, dove i segni si susseguono in senso antiorario e come per la scrittura di Leonardo detta “a specchio”, tracciata con mano sinistra ed in direzione opposta alla consueta.
Leonardo inizia così la disposizione della prima delle quattro triadi con Simeone dell’Ariete, Taddeo del Toro, Matteo dei Gemelli (Primavera), quindi prosegue con Filippo del Cancro, Giacomo Maggiore del Leone e Tommaso della Vergine (Estate) e poi con Giovanni della Bilancia, Giuda dello Scorpione, Pietro del Sagittario (Autunno). Chiudono la sequenza: Andrea del Capricorno, Giacomo Minore dell’Acquario, Bartolomeo dei Pesci (Inverno). Da notare che il Genio dipinge di luce particolare la figura di Simeone, in analogia al segno dell’Ariete, che marca l’uscita dall’inverno (Bartolomeo dei Pesci) e il sopravvento della forza del giorno su quella della notte, usando colori tenui, sfumati, limpidi da sereno cielo primaverile.
12 Apostoli, 7 Pianeti
Oltre che in corrispondenza con i segni zodiacali, Leonardo ha rappresentato i dodici apostoli in analogia con i pianeti che li governano, tenendo conto delle caratteristiche planetarie, oltre a quelle zodiacali, nel raffigurare il loro aspetto fisico e nell’interpretare la loro psicologia. I sette pianeti erano collocati secondo l’ordine della loro maggiore o minore distanza dal Sole che era la seguente: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno. Le orbite che i pianeti descrivono attorno al Sole costituiscono una serie di anelli concentrici, per cui seguendo quest’orbita nessuno si avvicina al Sole più di quello che lo precede. Nel Cenacolo, quest’ordine dei pianeti quadra alla perfezione con i personaggi degli apostoli. In queste armonie celesti di proporzioni ideali, il genio Leonardo, con la sua sottile magia artistica, attraverso l’analogia Cenacolo-Pianeti e la loro sequenza orbitale nella prospettiva centrale, afferra la realtà più alta per mezzo di uno strumento immaginativo superiore, mediante il quale il divino microcosmo può riflettere il divino macrocosmo.
Analogie apostoli/segni zodiacali nel dettaglio.
Simeone-Ariete. Abbiamo attribuito a Simeone il primo segno dello zodiaco. L’apostolo mostra nella sua fisionomia una quantità di riscontri esatti non solo con il tipo umano dell’Ariete, così come è descritto nei trattati di Astrologia, ma anche con la figura convenzionale dell’Ariete, ad esempio, nella testa e nella fronte molto pronunciate oltre che nel taglio della barba a punta e nel profilo che ricorda il pizzo tipico dell’animale. In Simeone si rispecchia anche la tipologia astrologica di Marte e Leonardo lo raffigura come un personaggio energico, agile e brusco nei movimenti; il carattere focoso ed impetuoso si ricollega al fatto che l’apostolo, detto Zelota, apparteneva a una setta giudaica che combatté a lungo la Palestina per liberare il paese dai Romani.
Taddeo del Toro rispecchia la fisionomia di un uomo solido e tarchiato, quasi massiccio, dalla capigliatura folta e dal colorito acceso, che discute animatamente con i suoi amici. L’aspetto fisico “taurino” ha corrispondenze cosmiche con il pianete Venere, ammorbidendo i tratti fisici e caratteriali.
La figura di Matteo rispecchia la corrispondenza analogica con i Gemelli nella rapidità dei movimenti, l’eleganza snella del corpo, il parlare facile e suadente. Mercurio, pianeta dominante, gli regala tratti giovanili.
Filippo del Cancro, primo personaggio della 2° triade che segna il passaggio dalla primavera all’estate, è il quarto segno dello zodiaco così come, per analogia, Filippo è il quarto discepolo che Gesù prese con sé. Nell’atteggiamento, Filippo appare leggermente chinato e tiene le mani quasi fossero delle chele, come nel grafico della costellazione del Cancro. Testa sferica, viso tondo, sguardo vago sono altre caratteristiche dei “Lunariani”, ossia governati dalla Luna, come il Cancro per l’appunto.
Giacomo Maggiore, con la sua veste “aurea” e la gran criniera effusa sulle spalle, ha tutta la maestà del Leone, segno dove è domiciliato il Sole. Sul piano dell’aspetto fisico presenta caratteristiche apollinee.
Tommaso della Vergine, nella corrispondenza con il corpo umano secondo l’analogia zodiacale, appare l’elemento collegato alla mano, richiamato nel dipinto dall’indice alzato. Nel centro del quadro appare Gesù, che corrisponde per analogia al Sole, centro del sistema solare, e ne rispecchia le caratteristiche spirituali di regalità, bellezza e splendore divino. Gesù è circoscritto all’interno di un cerchio ottenuto con un raggio immaginario, che dall’occhio destro di Gesù si estende sull’unica lunetta del dipinto, per ottenere quella circonferenza che è simbolo grafico del Sole. L’occhio destro dell’uomo in astrologia è sotto l’egida del Sole. Con Giovanni della Bilancia si richiama la figura venusiana e il lento avanzare dell’anno verso l’inverno. L’inclinazione della testa corrisponde all’inclinazione di un piatto della bilancia zodiacale.
La mano sinistra di Giuda dello Scorpione, contratta come artiglio da preda, testimonia nel quadro la volontà aggressiva. Al naso un po’ aquilino corrisponde un mento appuntito, gli occhi sono sfuggenti, come intenti a tramare un inganno.
Pietro del Sagittario, dominato da Giove, Signore degli Dei, è identificato con il Capo della Chiesa. Leonardo lo colloca in piedi e di profilo (come nel grafico zodiacale) in un atteggiamento dinamico e scattante, con la mano sinistra protesa come la freccia scandita dall’arco, in analogia al simbolo del segno zodiacale del Sagittario. Con Andrea del Capricorno inizia la sequenza delle tre teste di profilo, scarsamente illuminate perché corrispondenti all’inverno, dove tutto si compie nel buio e in profondità. Andrea, Giacomo Minore, Acquario, e Bartolomeo dei Pesci formano l’ultima triade dei personaggi che ben rappresentano gli aspetti più riflessivi, mistici e spirituali legati simbolicamente alla stagione più fredda e ai segni invernali.

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