Operazione beauty case sicuro: gli ingredienti sì e “ni” dei cosmetici
Piccola, ma fondamentale premessa: i cosmetici prodotti in Europa sono sottoposti a rigidi controlli, quindi di norma sono sicuri. Ma l’aumento delle intolleranze e delle allergie cutanee, che si registra già da qualche anno (10% della popolazione, con un rapporto 2 a 1 fra donne e uomini), è un dato inconfutabile, complice anche il fatto che, su una base di predisposizione individuale, si possono sviluppare reazioni irritanti verso determinate sostanze, come profumi, coloranti, derivati del petrolio. Come orientarti, quindi, per evitare “contatti scottanti”? Scegli sempre prodotti di qualità e diffida dei canali di vendita non sicuri, come le bancarelle etniche. Oltretutto, nei cosmetici contraffatti e/o acquistati al di fuori della distribuzione ufficiale, non solo possono essere presenti in quantità pericolosa le sostanze vietate nell’ambito dell’Unione Europea, ma anche cariche batteriche, fonte d’infezioni. Altro passo: scegli, anche tra i prodotti di qualità e sicuri, quelli con minore impatto “allergizzante”. Ecco i consigli utili per centrare l’obiettivo.
CAPELLI: DALLA TINTA ALLO SHAMPOO, SICURA DI QUELLO CHE TI METTI IN TESTA.
Tinture a effetti speciali. Quando si pensa a prodotti per capelli ed impatto chimico (con possibili reazioni della pelle), il primo pensiero va alle tinte. Ti diamo subito una buona notizia: le formule di nuova generazione, sia quelle professionali sia le fai-da-te, sono sempre più sicure dal punto di vista tossicologico e performanti nei risultati. E tra tinture permanenti, semipermanenti e “naturali”, l’indice di sicurezza non cambia. Sono tutte disciplinate da Leggi Europee molto restrittive, formulate con ingredienti testati e coloranti sempre più efficaci e a basso dosaggio, che sono continuamente controllati, inseriti o tolti dalle formule, in base alle novità provenienti dalla ricerca scientifica. Inoltre, la ricerca cosmetologica oggi punta su tecnologie, come quelle a base di cheratina, che rispettano i capelli. Quando si tratta di scegliere una tintura casalinga, però, meglio preferire quelle senza ammoniaca. Questa sostanza, molto usata nei prodotti professionali perché fa durare più a lungo la tinta, aumenta il rischio d’irritazione e allergie, soprattutto se usata ripetutamente. Il parrucchiere, infatti, con la sua manualità ed esperienza limita sensibilmente il rischio di contatto con la pelle, rendendo il prodotto più sicuro, cosa più difficile con il fai-da-te. Comunque, nelle tinte “casalinghe” che trovi in commercio, l’ammoniaca è di solito sostituita con altri alcalinizzanti: per sincerartene, leggi sempre bene l’etichetta.
L’alternativa “green” o in tutti i più tollerata. L’alternativa sono le tinture “naturali”. Ma attenzione: questo formule non contengono ammoniaca e hanno solo bassissime o nulle percentuali di acqua ossigenata. Ma le tinte 100% naturali, ossia con soli estratti vegetali, sono solo l’hennè e il mallo di noce (che imprime sfumature brunite) e pochissime altre, che non sono facilmente reperibili in commercio. Attenzione, quindi, alle tinture all’hennè con sfumature diverse dal rosso e che colorano in modo uniforme radici-lunghezze-punte, poichè contengono anche coloranti, alcalinizzanti, stabilizzanti. Tutti ingredienti sicuri, ma di sintesi. Morale: fai sempre il test prima di applicare qualsiasi tinta, perchè la presenza di estratti vegetali non pregiudica una reazione allergica individuale agli altri componenti della formula o anche agli estratti naturali.
Shampoo e prodotti per lo styling. I comuni shampoo utilizzano come molecole detergenti dei tensioattivi anionici, come il Sodium Laureth Sulfate, che lavano in profondità, ma possono disidratare cuoio capelluto e capelli. Inoltre, essendo tendenzialmente “aggressivi” (più sono schiumogeni, più esiste questo rischio), i tensioattivi possono irritare la cute in chi è predisposta e peggiorare o contribuire a scatenare una “sindrome da cuoio capelluto sensibile”, che dà pruriti e arrossamenti. “Le schiume modellanti, invece, contengono sostanze come i siliconi, che tendono ad appesantire il fusto, mentre le lacche generalmente contengono alcol, che disidrata. E per quanto riguarda i siliconici, spesso presenti nei prodotti lucidanti e per le doppie punte? A differenza di quanto accade sulla pelle, dove i siliconici occludendo i pori possono favorire l’acne e le dermatiti irritative, sui capelli, formati di cheratina, non danno particolari problemi, anzi: avvolgono il fusto con una guaina protettiva.
Le alternative “green” o in tutti i casi più tollerate. Per ridurre l’impatto chimico, la scelta più ovvia è orientarsi verso gli shampoo, le maschere e gli altri prodotti certificati biologici: nella loro formula, infatti, i principi attivi derivati da piante ed erbe rappresentano non meno del 95% in peso del prodotto totale. E di questo 95%, gli ingredienti biologici certificati costituiscono tra il 95 ed il 70% in peso. Per riconoscerli, controlla in etichetta il marchio dell’ente certificatore, come CCPB, ICEA, Aiab, Ecocert. Per gli shampoo, una buona scelta alternativa sono gli oli detergenti lavanti, molto delicati perché agiscono per affinità: detergono accuratamente senza alterare la struttura epidermica e cheratinica. Per i prodotti da styling: meglio, per esempio, le paste modellanti rispetto alle lacche (meno a rischio di depositarsi sul cuoio capelluto). Capitolo schiume: evita, per quanto possibile, di metterle a contatto con la cute, aiutandoti con un pettine a denti larghi per distribuirle.
CREME, EMULSIONI E ALTRI PRODOTTI PER LO SKINCARE DI VISO E CORPO. E MAKE UP.
Le creme, i sieri, i fluidi, così come i fondotinta, gli ombretti e altri make up, sono i prodotti che sono spalmati o posti più a diretto contatto della pelle e, di conseguenza, quelli che più facilmente possono scatenare reazioni d’intolleranza o sensibilità. Nelle creme la fase grassa può essere di origine vegetale, come olio di jojoba o di mandorle, burro di karitè, oppure minerale (Paraffinum liquidum), che è più pesante ed occlusiva. I siliconi, come il Dimethicon, quando sono in fondo alla formula facilitano la spalmabilità e non creano problemi. Ma alcune pelli non li tollerano: per tutelarti, leggi l’INCI (vedi box) ed evita i prodotti che li contengono (si trovano sotto la scritta: Ciclopentasiloxan, Silanol, Polysilicones, Dimethicon). Ma dal punto di vista dell’ipotetica tossicità non esistono pericoli. I parabeni sono conservanti molto efficaci, ma possono facilmente sensibilizzare la pelle, come pure i rilascianti di formaldeide (imidazolidinyl urea), così come altri conservanti, come kathon, BHA, BHT e triclosan. Meglio preferire, tutte le volte che è possibile, le formulazioni in monodose o gli airless, che spesso non li contengono, oppure quelle che includono nella formula conservanti più delicati, come il Pentilene glicol. Per quanto riguarda i make up, “pesa” un po’ di più la presenza dei coloranti: soprattutto quelli più scuri (blu, nero) possono, in caso di predisposizione, dare reazioni d’intolleranza (evita, quindi, l’uso prolungato e alternali ai colori più chiari). Tra i maggiori allergizzanti c’è il nickel, che però non è un ingrediente cosmetico (è vietato), ma un agente inquinante che può casualmente entrare a far parte di qualsiasi cosmetico, (make up, creme e altri prodotti di skincare), durante le fasi di produzione. Da notare che la scritta “nickel tested” riportata in etichetta certifica solo che questo metallo è contenuto al di sotto di un certo valore di parti per milione, dunque in quantità tali da non scatenare reazioni della pelle. Ma per questa ragione, secondo l’attuale normativa europea non è possibile scrivere “nickel free” ma solo “nickel tested”. Lo stesso vale per il cromo e il cobalto, altri metalli allergizzanti banditi.
Le alternative “green” o in tutti i casi più tollerate. Come per i capelli, anche per la pelle la regola generale è che se si vuole ridurre l’impatto chimico è opportuno preferire i cosmetici certificati biologici. Più in generale, per gli altri: controlla l’INCI per verificare la presenza, più o meno significativa, di conservanti e altre sostanze non gradite alla tua pelle, incluse quelle di cui conosci già una tua eventuale intolleranza o allergia. Buona norma è preferire i cosmetici senza alcol, che può facilmente sensibilizzare la pelle, scatenare l’effetto rebound nelle pelli grasse (maggior produzione di sebo) e favorire le macchie, pure in inverno e in città. Per limitare il rischio di contaminazione batterica: lava e asciuga le mani prima di prelevare il prodotto in assenza dell’erogatore o dell’apposita spatolina, sempre più spesso inserita in confezione, conserva in frigorifero (parti meno fredde) i cosmetici dalle consistenze cremose e non usare mai le creme e i make up oltre la scadenza. Se vuoi ridurre il contatto della tua pelle con i conservanti chimici, preferisci le creme che contengono oli essenziali ad effetto antisettico e antibatterico, come quello di tea tree (melaleuca alternifolia) o di pompelmo.
DETERGENTI PER IL VISO E IL CORPO.
I comuni detergenti viso-corpo essenzialmente condividono con gli shampoo parte della formula. Ciò che varia, in genere, sono le percentuali di tensioattivi anionici tipo SLES (Sodiolaurileterosolfati) e di profumo, che mediamente sono maggiori. Tra gli ingredienti che possono irritare la pelle, soprattutto se sensibile, ci sono gli emulsionanti come DEA, MEA, TEA, PEG, PPG (compaiono in INCI, per esempio, con la scritta: PEG 100 stearate). Leggermente diversa la composizione dei bagnoschiuma per bambini o per pelli delicate, perchè prevalgono i tensioattivi non ionici a basso grado d’irritazione, in associazione a quelli anfoteri e ai non ionici. In questi prodotti, più delicati, spesso sono presenti anche derivati come gli idrolizzati proteici: in linea di massima, quindi, sono preferibili anche per gli adulti.
Le alternative “green” o in tutti i casi più tollerate. Preferisci gli oli detergenti, più indicati a ripristinare il film idrolipidico e privi di tensioattivi, oppure le formule con tensioattivi di origine naturale o vegetale, come Coco glucoside, Decyl glucoside, Polysorbate e Sodium lauryol glutamate, e ricchi di emollienti, come l’avena colloidale o l’olio di ricino. Per il viso, evita i saponi, troppo aggressivi: meglio utilizzare acque micellari (più delicate, perché prive di alcol e tensioattivi anionici e con ingredienti lenitivi, come il bisabololo e l’estratto di fiordaliso), oppure latte detergente e tonico, quest’ultimo alcol free e con attivi lenitivi e calmanti nella formula, come picnogenolo, estratto dai semi d’uva e dalla corteccia di pino marittimo, e acqua termale.
COME LEGGERE L’INCI.
Come puoi comprendere se il prodotto cosmetico che stai usando ha una composizione rispettosa dell’ambiente e della tua pelle? La risposta è molto semplice: basta imparare a leggere e decifrare l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), la nomenclatura utilizzata a livello internazionale per identificare gli ingredienti presenti nella formula. Tieni presente che le sostanze naturali e botaniche sono scritte in latino (ad eccezione di Parafinum liquidum), mentre quelle artificiali o sintetiche sono riportate in inglese. I coloranti appaiono con il codice c.i. seguito da un numero. Inoltre, ricorda che vige l’ordine decrescente: più gli ingredienti presenti in latino sono in alto e più sono numerosi, più il cosmetico può definirsi naturale.