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Presciistica: allenati così prima di scendere in pista

Presciistica: allenati così prima di scendere in pista

Più si sale in quota, maggiore è il rendimento fisico. Lo ha scoperto qualche tempo fa un team di  ricercatori dell’università  spagnola di Granada,  rilevando che le prove di forza svolte da 40 nuotatori professionisti  in Sierra Nevada, a circa 2320 metri di altitudine, erano  migliori in media del 5% rispetto agli stessi training  sostenuti  a livello del mare.

Presciistica: allenati così prima di scendere in pista. Un gran vantaggio, quello evidenziato dallo studio spagnolo,  per chi l’alta quota la frequenta per sciare, a patto di poter contare su una corretta preparazione atletica per affrontare in sicurezza e minor fatica le piste da sci. I consigli di Silvia Pengo, esperta di movimento laureata in scienze motorie (http://www.silviapengo.it/).

I fondamentali in palestra. Core training, per la stabilità e l’equilibrio, e squat a ritmo sostenuto: piegamenti sulle gambe, con e senza pesi, che allenano il cuore  e tonificano le cosce e i glutei.

Open air in città, prima delle piste. Allenamento cardiovascolare: bike, running e nei “percorsi-vita” attrezzati  dei  parchi cittadini, che, oltre ad abituare il corpo al freddo,  forniscono stimoli di adattamento diversi, migliorando la reattività, importante per affrontare al meglio le continue variazioni di pendenza e di fondo delle piste innevate.

Esercizi self help di presciistica.

  • Riscaldamento alternando marcia e corsetta sul posto per alcuni minuti, poi semi-piegamenti sulle gambe e contemporaneamente circonduzioni delle braccia. Stretching di quadricipiti e polpacci.
  • Tre serie da 10 affondi, con gamba destra e sinistra. Quindi, simulare il movimento del pattinaggio strisciando con forza il piede per terra e creando attrito mentre si estende la gamba.
  • Tre serie da 10 squat a piedi paralleli larghi come i fianchi. Ripetere con un piede leggermente più avanti rispetto all’altro.
  • Core: addominali sul fianco, con appoggio sull’avambraccio e bacino sollevato, gambe tese e unite, braccio libero che oscilla in avanti e indietro per destabilizzare positivamente l’equilibrio (10 oscillazioni del braccio prima di cambiare lato).

 

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