Difenditi così dall’inquinamento da radon

Il radon è un gas radioattivo inodore, incolore e inerte, che si trova naturalmente nella crosta terreste, nelle falde idriche, nelle rocce.
Proprio per la sua origine tellurica, il radon riesce a penetrare nelle case attraverso i materiali edili come le pietre (in particolare da graniti e porfidi e, in genere, dai manufatti di origine vulcanica, come tufo e pozzolana).
Veicoli di radon sono anche i mattoni, l’intonaco, i rubinetti dei lavandini e delle docce: questo gas, infatti, si “lega” facilmente all’acqua.
Provenendo dal sottosuolo, il radon è presente ad alte concentrazioni nelle cantine, ma, essendo un gas, tende in ogni caso a salire, arrivando anche ai piani alti attraverso le scale, l’ascensore e le altre cavità che partono dai piani più bassi.
Alcune zone d’Italia sono più a rischio di altre, come il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, la Toscana, l’Umbria, l’Alto Lazio, le pendici dell’Etna e del Vesuvio.
Ma il rischio è in sostanza diffuso ovunque: si calcola che, mediamente, in una casa su cinque il livello di radon superi il limite massimo consentito. Limite che, fino al 2018, per le abitazioni di nuova costruzione era di 200 bequerelle (unità di misura della radioattività) per metro cubo d’aria; per le vecchie di 400 bequerelle, ma che in base alla Direttiva 2013/59/EURATOM ora devono essere inferiori a 300 Bq/m3.
Gli effetti dannosi per l’organismo.
L’inalazione di forti concentrazioni di radon è molto pericolosa perché può danneggiare gravemente il sistema respiratorio, tessuti polmonari compresi
Secondo alcune ricerche, sembra che l’esposizione prolungata a questa sostanza possa giocare un ruolo nella formazione di alcuni tumori, come il carcinoma polmonare.
Difenditi così dall’inquinamento da radon.
Come difendersi dall’inquinamento da radon? In caso di accertata radioattività ambientale, attraverso un’azione di bonifica che intervenga sulle fondamenta e isolando i muri esterni con intonaci impermeabilizzanti.
Altro intervento utile è chiudere buchi e fessure presenti nel muro o nel pavimento della cantina e creare intercapedini per far circolare l’aria (i cosiddetti “vespai”).
In ogni caso, sarebbe meglio non soggiornare a lungo in locali come cantine, taverne o box, soprattutto se non si è sicuri dell’effettiva presenza di un vespaio aerato.
Un accorgimento fondamentale per non rinunciare al piacere di sfruttare un’accogliente taverna è dotarla di un impianto di ventilazione adeguato. È sufficiente anche una ventola, che permette di evitare il ristagno dell’aria e di espellere il radon.
- Il sistema più semplice, e comunque efficace, per difendersi anche da questo, come da molti, gas è aprire spesso le finestre, soprattutto se la casa ha doppi vetri o infissi in alluminio. Se si abita in zone a traffico elevato, naturalmente questa operazione non va effettuata nelle ore di punta.
- In bagno, mentre si fa la doccia la concentrazione di radon, portata dall’acqua e favorita dal caldo umido, può essere anche quaranta volte superiore rispetto alle altre stanze. Per ovviare, è sufficiente non sigillarsi nella stanza, ma lasciare la possibilità di un ricambio d’aria con l’esterno (aprire la porta o socchiudere la finestra, quando le temperature lo permettono).