Impara l’arte di piacere (e di conquistare gli altri)
Essere sempre dolci, disponibili e poter contare su tanti amici e successo con gli altri? A far propendere verso queste inclinazioni e desideri, molto comuni, sembra non sia solo un’innata predisposizione all’altruismo, ma un semplice – e molto umano – bisogno di piacere, di sentirsi gratificate. Tradotto, potrebbe suonare così: chi vuole avere una reputazione a prova di critiche, in fondo si comporta al meglio perché gli conviene. Lo sostiene una ricerca condotta qualche tempo fa da un gruppo di studiosi capitanati da Norihiro Sadato, del Japanese National Institute for Physiological Sciences. Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione dopo aver “fotografato”, attraverso la risonanza magnetica, il cervello di diciannove persone mentre ricevevano alternativamente premi in denaro oppure gratificazioni di tipo sociale. E così hanno visto che quando si ottiene un riconoscimento altrui si accende la stessa area di cervello, lo striato, che si attiva quando si ottengono dei soldi. Al di là delle conclusioni di questi studi, spesso opinabili visto che vogliono analizzare al microscopio qualcosa di tanto fuggevole e complesso come i comportamenti, le emozioni e le relazioni, è indubbio che la ricerca metta in luce una grossa verità, che tutte sperimentiamo sulla nostra pelle (e mente): piacere, avere ascendente sugli altri, dà sicurezza e benessere mentale. E non solo: è un antiage ad ampio spettro. Come hanno dimostrato diversi studi sui centenari, infatti, una buona rete di amicizie e di scambi interpersonali, in altre parole una vita sociale varia e ricca, funziona da cuscinetto contro lo stress e, di conseguenza, aiuta a vivere meglio e più a lungo. Premesso ciò, resta da capire come imparare, quando un po’ difetta, l’arte di piacere. Che, attenzione, non significa essere prive di personalità ed essere accondiscendenti in modo acritico. Tutt’altro.
1. UN’EQUILIBRATA AUTOSTIMA
Per costruire delle buone e numerose relazioni, per dare una bella immagine di sé, occorre avere una buona dose di autostima (che significa non dipendere dall’approvazione altrui), ma allo stesso avere la capacità di comprendere gli altri con la loro storia, le loro emozioni, il loro modo di essere e rapportarsi. In poche parole, occorre imparare l’arte di mettersi anche nei panni altrui. Riuscire in quello che sembra un “equilibrismo” non è difficile. Basta assimilare l’idea che ognuno di noi ha un suo valore e che vuol essere riconosciuto e accettato per questo: in sostanza, mettersi sulla stesso piano dell’altro, ma avendo ben chiaro che non siamo né inferiori, né superiori. D’altro canto, lo dice la parola stessa: relazionarsi significa porsi in una condizione di scambio “alla pari”, senza qualcuno che prevarichi oppure subisce.
2. STEMPERA I NARCISISMI UN PO’ INFANTILI
Fortunatamente, in tutte noi rimane sempre vivo un lato un po’ infantile, che in positivo ci regala freschezza e capacità di vivere gli eventi della vita con stupore: una propensione che in genere piace e dunque risulta un buon alleato per allacciare nuove conoscenze. Ma, in negativo, può nascondere una piccola dose di narcisismo, che come un piccolo diavoletto può boicottare la capacità di mantenere i rapporti nel tempo. Per piacere occorre uscire da quella sorta di bolla narcisistica, classica e comunissima eredità dell’infanzia, che ci fa credere che gli altri siano esattamente come noi desideriamo che siano: pronti a soddisfare i nostri bisogni e i nostri umori, dunque ad incarnare, per certi aspetti, una figura genitoriale sempre protettiva e comprensiva. Anche in questo caso, per superare questo limite un po’ narcisistico occorre esercitare la capacità di identificarsi con gli altri. Dobbiamo imparare ad “immaginare” il nostro interlocutore, a coglierne i passaggi emotivi, gli umori, le emozioni, insomma a metterci noi nella condizione, a volte, di incarnare una figura genitoriale nei suoi confronti, quindi di alternare il ruolo di bambina bisognosa di premure a quello di madre capace di regalare attenzioni.
- SPONTANEA … CON DELICATEZZA
Essere persone autentiche, si sa, aiuta ad avere un buon ascendente sugli altri. Ma non bisogna confondere la capacità di essere se stesse, di presentarsi all’esterno senza indossare maschere troppo pesanti, con l’autorizzazione a dire a ruota libera tutto quello che passa per la testa, anche a costo di ferire l’altro. Impariamo sì a dire quello che pensiamo e, ovviamente, a dare consigli e pareri sinceri, ma usando come “filtro” il tatto e la conoscenza del nostro interlocutore. In pratica, occorre capire fino a dove possiamo spingerci senza urtarne la sensibilità. La naturalezza, infatti, è anche il frutto di una grande disciplina, che non significa diventare rigide, ma renderci conto che “l’altro” è diverso da noi, ha le sue angosce e i suoi fantasmi, il suo carattere, la sua personalità. Da rispettare sempre.
- CERCA UNO STILE PERSONALE
Prendiamo un classico esempio, le celebrities: quelle più ammirate, più carismatiche e capaci di cavalcare l’onda del successo senza conoscere defaillances hanno tutte uno stile molto personale. Non si adeguano alla moda, ma la creano, scegliendo via via dei look che sanno sempre e comunque “comunicare” Oggi si può giocare con la moda, che non detta più diktat ma propone un’ampia gamma di scelte e opportunità per trovare e l’abbigliamento, il make up e la capigliatura più idonei ad esprimere la propria personalità, più adatte a rappresentarci. In pratica: creare un’armonia tra quello che noi siamo e come ci presentiamo, attraverso quella vetrina virtuale che è il look, viene sicuramente percepito dagli altri come armonia, come fascino e sicurezza in se stesse. Un mix esplosivo in quanto a capacità di attrarre e piacere!
- NON FORZARE LE SITUAZIONI
Sei arrivata ad un festa e non conosci nessuno? Per brillare, emanare un’allure speciale e rompere subito il ghiaccio, basta adottare il giusto atteggiamento. Che significa partire con uno spirito positivo e non forzare le situazioni. Cerca di essere sì brillante e spiritosa, ma non chiacchierare troppo o a sproposito. Dosa i momenti in cui parli ad altri in cui ascolti. Allo stesso, tempo, fai attenzione a non trasmettere un’immagine di difesa eccessiva, di chiusura e autosufficienza. In entrambi i casi, si tratta di un difetto di comunicazione che allontana gli altri, anziché avvicinarli, alimentando stress e frustrazioni.
Disclaimer
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