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Guida agli autoabbronzanti, per un look vacanziero anche al tempo del lockdown

Guida agli autoabbronzanti, per un look vacanziero anche al tempo del lockdown

autoabbronzanti per una tintarella senza sole

Come i diamanti per le ragazze, gli autoabbronzanti di nuova generazione sono tra i migliori amici della pelle, soprattutto ai tempi del lockdown, poiché  ci regalano in tempi rapidissimi un sano look vacanziero. D’altro canto, sempre più pratici da usare e veloci da stendere, i self tanning ci conquistano definitivamente assicurando elevate performance  in termini  di gradevolezza olfattiva ed effetti cromatici  più morbidi, uniformi, sunkissed rispetto al passato. Le nuove formule, infatti,  scongiurano il rischio di un colore innaturale, troppo intenso e  “aranciato” (decisamente out), proponendosi in versioni spesso modulabili e specifiche per tipologie cutanee e per le diverse tonalità  dell’incarnato, rendendo così l’abbronzatura “fake” un gesto di bellezza a tutti gli effetti.autoabbronzanti per una tintarella senza sole

COME FUNZIONANO.

Merito della tintarella virtuale dei self tanning va alla combinazione di due sostanze di origine zuccherina, il diidrossiacetone e l’eritrulosio, quest’ultima una molecola che regola l’assorbimento del cosmetico e che, tra l’altro, contribuisce a migliorare l’idratazione nella pelle. Si deve in ogni caso al DHA, il diidroassiacetone per l’appunto, la tonalità dorata regalata dal cosmetico, che è simile alla tintarella   “lavorata” dal sole,  ma molto diversa nella sostanza.  Mentre l’abbronzatura è una naturale reazione protettiva della pelle ai raggi UV, dovuta all’affioramento in superficie della melanina –  il pigmento scuro prodotto nei melanociti che si trovano nello strato basale dell’epidermide -, la tintarella virtuale degli autoabbronzanti è il risultato dell’interazione chimica tra il diidrossiacetone e la cheratina dello strato corneo, quello più superficiale della cute, che non fornisce alcuna protezione dai raggi solari. Pertanto, se il prodotto non contiene espressamente anche filtri UV adeguati, quando ci si espone al sole è necessario usare uno schermo protettivo calibrato al proprio fototipo. Altre peculiarità:  i  prodotti oggi in commercio sono di qualità, sicuri e spesso arricchiti  di sostanze idratanti e antiage, come aloe, acido ialuronico, sorbitolo,   vitamine A ed E, dunque perfetti anche per chi ha la pelle matura o disidratata, ha problemi di pigmentazione o non può esporsi al sole, ad esempio per via delle cheratosi attiniche o perchè soffre di foto-dermatiti (ad esempio le luciti). I self tanning, invece,  non sono l’ideale per le pelli acneiche e con molti comedoni, ma solo perché non garantiscono un risultato estetico gradevole.autoabbronzanti per una tintarella senza sole

AUTOABBRONZATI MULTITASKING E CON “IL VALORE AGGIUNTO”.

Come dimostrano Cara Delevingne, Gwyneth Paltrow e Jennifer Aniston, anche le carnagioni più chiare possono aspirare a un effetto sunkissed con un risultato estetico impeccabile. Per loro
e per chi è alle prime armi con gli autoabbronzanti, le nuance più delicate sono il modo migliore per evitare errori. Ideali, dunque,  le formule  ad azione progressiva, che creano e intensificano la fake tan poco a poco, fino a raggiungere la massima tonalità consentita dopo 1-3 giorni. Per un risultato più immediato, nell’ordine di qualche ora, invece, e per le pelli meno chiare sono indicati anche i classici autoabbronzanti, che “resistono” circa 5 giorni, ovvero il tempo impiegato dalle cellule dello strato corneo per sfaldarsi e rinnovarsi.

QUESTIONE DI TEXUTRE.

Onore al merito anche alle modalità di applicazione dei nuovi autoabbronzanti, sempre più easy e forieri di un risultato ultra-uniforme: si può, infatti, contare su spray multi-direzionali da usare anche capovolti, su gocce e su salviettine monodose e su gel fondenti e balsami superleggeri ad assorbimento rapidissimo, tanto da non richiedere il classico massaggio nella stesura. Tra i prodotti emergenti: le formule in gocce modulabili per aggiungere un “effetto sole” e trasformare in “acceleratori dell’abbronzatura”  tutti i trattamenti abituali, idratanti, antietà o rassodanti viso e corpo. Nella scelta della texture, occorre valutare anche la propria tipologia cutanea: le creme, in particolare,  sono particolarmente indicate per le pelli secche o disidratante. Attenzione, però, perché essendo più dense richiedono un massaggio un po’ più lungo per essere correttamente e completamente assorbite. I gel, invece, sono la scelta perfetta per le pelli miste o grasse, perché oltretutto  “scorrono” facilmente sulla pelle e si assorbono velocemente.  Dal canto loro, gli spray e gli oli hanno il vantaggio di raggiungere bene le aree difficili e sono tra i più facili da applicare.

GLI AUTOABBRONZANTI CON IL PLUS RIMODELLANTE.

Oltre al viso anche le gambe e le braccia, come la pancia,  ancora a “digiuno” di sole reclamano attenzioni. Così, se gli autoabbronzanti al viso (che vanno bene anche sul décolleté) si propongono con formule potenziate di ingredienti antietà, nutrienti e idratanti, per il corpo la risposta più completa arriva dalle formulazioni che, oltre al DHA “colorante”, contengono ingredienti modellanti, come la caffeina, la teobromina del cacao  e il ginkgo biloba, e attivi cosmetici che contribuiscono a riattivare il microcircolo e a sortire un effetto riducente, come la centella asiatica e l’alga fucus, oppure con estratti di caramello e arricchiti di micro-perle dorate, che illuminano l’epidermide e regalano un effetto “007-Missione Goldfinger”, molto chic per la sera. autoabbronzanti per una tintarella senza sole

L’ABC DELLA PERFETTA APPLICAZIONE.

La “costruzione” del colore senza sole  parte sempre da una buona base: la pelle deve essere perfettamente liscia e idratata, per non generare imperfezioni di colore. Si comincia con uno scrub non oleoso già il giorno prima dell’applicazione, facendo particolare attenzione alle zone tendenzialmente più secche e ruvide come le ginocchia, i gomiti, i piedi. Anche se oggi le formule generalmente non macchiano, meglio  applicare l’autoabbronzante la sera prima di andare a dormire perché, per non provocare decolorazioni, devono passare almeno sei-otto ore prima di fare la doccia. Per uniformare il colore nei punti critici, come mani e piedi, si possono passare spugnette da makeup, per esempio tra un dito e l’altro e in tutte quelle zone dove l’abbronzatura sfuma s’intensifica naturalmente, come le pieghe cutanee. Sia per il viso  sia per il corpo, anziché  effettuare un’unica applicazione meglio procedere con stesure leggere, aspettare almeno 15 minuti e poi procedere con un’altra applicazione. Da ricordare: il picco della formazione delle melanoidine, i pigmenti che si formano dalla reazione pelle/autoabbronzante,  avviene a pH5, quindi meglio evitare di stendere il self tanning dopo aver usato saponi alcalini o sostanze oleose, come gli struccanti per il viso, che possono interferire con la reazione. Per lo stesso motivo, meglio  non applicarli subito dopo aver fatto la ceretta, foto-epilazioni o peeling professionali.   E se dopo che è affiorata la colorazione virtuale capitasse di scoprire qualche errore, si possono  adottare semplici strategie fai-da-te.  Le piccole macchie di colore si eliminano facilmente con uno scrub, anche fatto in casa a base di olio e zucchero, o miscelando bicarbonato e un po’ d’acqua, mentre se il colore è globalmente insoddisfacente  si può fare un bagno di vapore per 15 minuti e poi passare una spugna strofinando delicatamente ma più volte.

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